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Polo Repubblica-Stampa, le radici comuni - Repubblica.it

Due mondi. Ma un elemento comune è cresciuto proprio in questa funzione di minoranza consapevole, nutrita dall'elemento più forte dei due giornali, quello culturale. Per l'imprinting di Scalfari e Caracciolo, i giornali del Gruppo Espresso hanno scelto di camminare di fianco alla sinistra italiana, seguendo la mappa dei valori liberal-democratici, stimolandola ad evolvere in questa direzione. E alla Stampa, per un paradosso tutto torinese, insieme all'impianto filo-governativo della più grande impresa italiana si è raccolta quella cultura liberale di sinistra che nasce dall'azionismo, e che ha portato a scrivere per quel giornale Casalegno, Bobbio, Galante Garrone, Mila, Jemolo. Due storie giornalistiche diverse dunque (una a Torino, da De Benedetti a Ronchey, a Mieli, l'altra a Roma, di forte impronta scalfariana) e un riferimento culturale che nasceva direttamente dalla couche azionista per gli uni, dalla sinistra attenta al vincolo liberal-democratico per gli altri.

Monti: “Con l’Europa toni sbagliati. Servono azioni più profonde” - La Stampa

Nessuno meglio di Mario Monti può dare un giudizio sullo stato dei rapporti fra Italia, Germania ed Europa. Già duro commissario alla concorrenza - una volta riunì in una stanza tutti e sedici i presidenti dei Lander tedeschi per chiedere loro l’abolizione delle garanzie statali sulle banche - come premier ottenne dai colleghi di Bruxelles più di quel che gli riuscì a Roma con i partiti: strappò il sì della Merkel allo scudo antispread, la camicia di forza entro la quale la Germania voleva costringere la Bce. In Italia alcuni lo considerano amico della Troika, eppure fu lui a tenere la Troika fuori dai confini italiani quando nel 2012 rifiutò un piano di aiuti per le banche italiane.