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L'epica in canotta del brutto film italiano - Il Sole 24 ORE
Oggi c'è il reference system. Punteggio automatico assegnato in base a vari parametri «oggettivi», ovvero David di Donatello e Nastri D'Argento nel curriculum. Più premi, più soldi. L'ecosistema premia, approva e produce in un'instancabile catena di incentivi. Meryl Streep non raggiungerebbe i David e i Nastri di Margherita Buy neanche con le nomination ai prossimi dieci premi Oscar. Rispetto al fondo perduto di qualche anno fa però va molto meglio. Ora facciamo le curve d'incidenza. È il socialismo scientifico applicato alle «terrazze romane»™.
C'era due volte il Cinema America - Il Sole 24 ORE
Poi c'è quello che vogliono gli occupanti. Ma qui è più lunga. Ci si imbatte in «impulsi delle soggettività che lo attraversano», «discontinuità urbana», «attivazione e condivisione di esperienze», «produzione di comune», «produzione di teoria critica», «consapevolezza dei molteplici rapporti tra saperi, poteri e soggetti», «non vogliamo essere clienti, ma registi», «sottrarsi alla valorizzazione neoliberista dei saperi», «sottrarsi ai ritmi della metropoli». A Trastevere. Che avrà pure tanti problemi, ma di sicuro non quello del ritmo della metropoli.
Il cielo sopra il Pigneto - Il Sole 24 ORE
la prima cosa che bisogna sapere è che al Pigneto si vive nella minaccia. Non c'è la cultura, c'è la «cultura resistente». Non c'è il cinema, c'è l'ex cineteatro Preneste «liberato». Il teatro è il «Teatro dell'oppresso», dove fanno «assemblee teatrali rivolte ad abitanti e frequentatori del Pigneto per mettere in scena e affrontare collettivamente, con le tecniche del teatro, le situazioni di difficoltà e tensione nel quartiere». È l'opera d'arte sublimata in una riunione di condominio. A Roma Nord fanno i burlesque coi camerieri filippini. Al Pigneto rivive il «teatro povero» di Grotowski con gli attori/abitanti che si «liberano della loro maschera in un'ascesi laica performativa».